Nello scorso post ho raccontato di essere stato adottato, come la nostra eroina Candy. Ma mentre lei era consapevole fin dall’inizio di essere una povera, piccola orfana, io l’ho appreso solo ad un certo punto: come, dove, quando? Questo nuovo articolo darà risposta a questi scottanti interrogativi che, lo so, non vi hanno fatto dormire la notte!
Ero molto piccolo, avrò avuto 3, 4 anni al massimo, e i miei genitori parlavano di un qualche amico di famiglia che aveva avuto un bimbo; come sempre si fa in queste occasioni, si sprecavano i commenti su chi somigliasse: al papà, alla mamma, alla nonna in carriola… Sorse spontanea da parte mia la domanda: “E quando sono nato io, la gente a chi diceva che assomigliavo?” (ok, non ricordo le parole esatte, il senso era quello, adesso non è che possiamo pretendere proprio proprio una citazione letterale!). Risposta, imbarazzata: “A tuo cugino Giovanni…”
A MIO CUGINO GIOVANNI???????
Ora, io non credo di avere un’intelligenza superiore (ok, lo ammetto, non è vero, SO di avere un’intelligenza superiore, un test psicoattitudinale ha riscontrato un QI di 138 quando la media è di 110, ma non volevo farlo pesare, ecco, in fondo -molto in fondo- sono modesto), ma anche se ero un bambino piccolo qualcosa non mi quadrava: TUTTI gli altri somigliavano ad uno dei genitori, io a mio CUGINO (che, diciamocela tutta, mi stava pure un po’ antipatico).
E fu a questo punto che venne la rivelazione: mia madre mi disse che loro, i miei genitori, mi avevano fortemente voluto, avevano scelto PROPRIO ME tra tanti bambini, mi avevano preso e portato a casa. Domanda da parte mia: “Un po’ come si sceglie la roba al supermercato?” E qui, qualsiasi genitore un minimo scafato avrebbe capito, da questo interrogativo tutto rivolto allo shopping, che proprio proprio tendenze etero forse non le avevo. Ma erano gli anni ’70 e i genitori erano ancora molto ingenui, all’epoca. Infatti mia madre, un poco stranita, mi rispose: “Eh, più o meno sì…” “E perché non avete comprato anche un altro bambino oltre a me? Costava troppo? Perché io da solo mi annoio!” TAAAC! Ecco come ti ribalto immediatamente un potenziale complesso edipico (“ti abbiamo PROPRIO voluto”) con l’innesto di un senso di colpa da manuale (“mi fate sentire da solo”): Freud, la mia famiglia ti fa una pippa! Dal germoglio di queste dinamiche psico-genitorial-affettive si dipaneranno eventi che Beautiful lèvati, proprio! Ma questa è un’altra storia, e la dovremo raccontare un’altra volta (lo so, l’ho già detto, ma è una citazione che mi piace molto, e in qualche modo devo pure invogliarvi a seguirmi ancora, no?)
Fatto sta che, quando incominciai ad andare all’asilo (a 5 anni, prossimamente su questi schermi), già sapevo di essere stato adottato, cosa questo significasse, che questo mi rendeva in qualche modo diverso dagli altri e, di conseguenza, me ne vantavo con chiunque mi capitasse a tiro! I miei compagnucci erano tutti figli naturali (per quel che se ne sapeva), ma IO ero un figlio adottato! Vuoi mettere la soddisfazione?! Tiè, famiglie banali!
14/01/2014 alle 19:26
bellissimo
15/01/2014 alle 7:13
Post pieno di conferme su ciò che penso di te. Bellissimo. Leggerò il resto. 🙂
Luci
15/01/2014 alle 10:25
Sei un grande , i test di intelligenza non mentono